Nascono dalle mani dello scultore marchigiano Luigi Rubini, in sottili giochi di luce e di trafori, trine di bronzeo metallo, creazioni di grovigli di rami e foglie, "Cascate" di bronzo lucidato e non, con patine che vanno dal verde marcio al nero: Architetture fantastiche, fuse con l’antico sistema della fusione a cera persa.
La formatura, le cere, la successiva cesellatura e rifinitura manuale e le patine, sono eseguite da Luigi Rubini con perizia artigianale, avendo lavorato per oltre quattro lustri, come tecnico, presso una fonderia artistica di Ancona. Sono costruzioni pensate e realizzate, a volte figurative a volte informali, che non si possono collegare ad una realtà razionale e soggettivamente espressa, con tutte le motivazioni e le problematiche attuali, come le lacerazioni storiche, espresse dalle sfere di bronzo. Il suo linguaggio plastico, assai elaborato sotto un’apparenza semplicissima, parte da una filtrata e misteriosa arcaicità, con quegli elementi calcinati dalla fusione e dal tempo, di sapore archeologico (come la "Cascata", la "Foglia", l’ "Autunno" e l’ "Incontro") e perviene ad un’apprezzabile plasticità espressiva, desunta da una realtà oggettiva, per cui si crea quel necessario rapporto "Uomo – Tema" che sta alla base della comunicatività di un’opera scultorea.